domenica 4 settembre 2016

91 profughi a Castiglione e santa Teresa di Calcutta

Comincio con rassicurare quanti hanno fatto un balzo sulla sedia al leggere questo titolo: non si tratta di un'anticipazione giornalistica ma di un resoconto storico, che qui di seguito riporto.
In conseguenza della guerra anche il nostro paese dovette dare alloggio a molti profughi. Tutti si adoperarono con ammirevole carità cristiana ad assistere moralmente e materialmente queste vittime disgraziate del conflitto mondiale si ricoverano n° 17 famiglie con n° 91 persone, presso...” seguono i nomi di varie famiglie che, oltre alla parrocchia, dettero ospitalità a profughi della grande guerra a Castiglione Olona esattamente 100 anni fa, nel 1916.
La frase virgolettata è tratta dalle memorie dell'Arciprete Barili, da lui scritte nel Liber Chronicus e forse queste asciutte righe sono un invito per noi a compiere qualche riflessione.

Anzitutto le differenze: un secolo fa, sapevamo di essere in guerra ed erano anni in cui si rinforzava un forte sentimento nazionale; si accolsero “con ammirevole carità cristiana” diversi connazionali con cui si condividevano lingua, valori e ideali.
Ma l'essere uomini non è più grande delle affinità? E le “vittime disgraziate” delle guerre non sono anche oggi dei poveri come allora?
C'è sicuramente un problema che oggi non si riesce a superare agevolmente: non sono arrivati a Castiglione ma nei paesi vicini decine di richiedenti asilo. Possibile che ci vogliano in media tre anni per definire la loro situazione e capire se sono vittime di violenza e meritano lo status di rifugiati o se provengono da altri tipi di situazione?
Mentre vi scrivo la chiesa si prepara alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, dal 4 settembre santa degli ultimi, dei diseredati, degli abbandonati, degli “intoccabili”. Teresa ha saputo raccogliere gli “scartati” della nostra società per restituire loro dignità, fosse anche sul letto di morte.
Da parroco non so dare risposte a tutti gli interrogativi politici e sociali che le grandi migrazioni del giorno d'oggi portano con sé, ma certamente penso che la figura di questa grande santa non solo dovrebbe essere ammirata da tutti ma soprattutto in qualche modo seguita.
Concludo il mio pensiero lasciandovi un piccolo scritto di santa Teresa, preso da una delle sue tante bellissime e semplici preghiere.



Ama
Ama finche’ non ti fa male,
e se ti fa male,
proprio per questo sarà meglio.
Perché lamentarsi?
Se accetti la sofferenza
e la offri a Dio, ti darà gioia.
La sofferenza
e’ un grande dono di Dio:
chi l’accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.

Nessun commento:

Posta un commento