mercoledì 31 gennaio 2018

La Messa della Sacra Famiglia: Fede, Speranza, Carità

Domenica 28 gennaio 2018 nella diocesi di Milano è stata celebrata la Festa della Famiglia sul tema “Il sapore dei gesti, la luce della testimonianza”.
In una società in cui spesso la vita quotidiana è povera di significati da trasmettere e valori da condividere, in cui manca quel clima di serenità e di pace per ascoltare, parlarsi, pregare insieme siamo chiamati a «far brillare la luce dell’amore», così come suggerisce papa Francesco nell’esortazione apostolica Amoris laetitia.
Nella nostra parrocchia durante la S. Messa delle 10.30 sono stati compiuti alcuni gesti semplici e concreti, che testimoniano che ognuno di noi all’interno delle relazioni familiari ha un ruolo da svolgere e dei compiti da assumere e ciò ci rende parte integrante di una grande famiglia, famiglia umana e famiglia di Dio che è la Chiesa.

Sono stati portati all’altare tre cartelloni corrispondenti a tre virtù: il bianco rappresenta la Fede e durante l’omelia il Parroco don Ambrogio Cortesi ha sottolineato come i nonni siano una presenza importante nel trasmettere questo valore ai nipoti, accompagnandoli a Messa e insegnando loro le preghiere.
Il rosso è il colore dell’Amore della «coppia che ama e genera la vita … capace di manifestare il Dio creatore e Salvatore».
Un amore che diventa fecondo e accoglie una nuova vita: la Speranza rappresentata dal colore verde.
I figli definiti come «virgulti d’ulivo» (Sal 128,3) sono le «pietre vive» della famiglia, (Cfr 1Pt 2,5) luogo di crescita e dialogo in cui vivere l’esperienza della gioia, della tenerezza, del perdono …
Papa Francesco afferma che «la famiglia aperta all’amore di Dio è sale della terra, luce del mondo».
Anche l’Arcivescovo mons. Mario Delpini nella lettera alla Diocesi per l’anno pastorale 2017-2018 ha ribadito il concetto.
A questo proposito sono stati presentati all’altare un barattolo di sale per offrire al Signore i gesti semplici e nascosti della quotidianità che rendono bella la famiglia, e due candelabri perché le loro fiamme accese illuminino e riscaldino i cuori diffondendo la luce del Vangelo.
Con il canto finale “Stringici insieme” abbiamo ringraziato per i doni della Fede, dell’Amore e della Speranza nelle nostre famiglie.
 Paola Difonzo

giovedì 18 gennaio 2018

Incontro decanale per la festa della Sacra Famiglia: "Diventare grandi"

Sabato 27 gennaio ore 20:45 presso il cine-teatro della parrocchia di Venegono Inferiore, piazza Santi Giacomo e Filippo, ci sarà l'incontro decanale in preparazione alla festa della Sacra Famiglia. E' un iniziativa annuale di riflessione e confronto a cura della Commissione di Pastorale Familiare del decanato di Tradate, aperta a tutte le famiglie e alle coppie di fidanzati.
In questa occasione avremo un relatore di eccezione: il professor Franco Nembrini, noto volto televisivo, che parlerà sul tema: “Diventare grandi, la sfida della libertà”.
Far partire il tema di approfondimento di una festa della famiglia da un testo apparentemente per bambini come "Pinocchio" può sembrare una scelta eccentrica, e poi... che famiglia era quella del burattino? Eppure in filigrana vedremo scorrere nella presentazione temi importantissimi per la relazione padri-figli, che possono interessare davvero tutti senza che nessuno si senta escluso a priori.


martedì 16 gennaio 2018

Per una "Chiesa dalle genti": il Sinodo Diocesano Minore

Domenica 14 gennaio 2018 è stata celebrata la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato: siamo chiamati a riflettere e a non restare indifferenti di fronte ai fratelli che vivono in situazioni di difficoltà e che sono costretti ad abbandonare il loro paese di origine per motivi di persecuzione civile e religiosa.
Papa Francesco in occasione di questa giornata ha sottolineato che «l’incontro vero con l’altro non si ferma all’accoglienza», ma è necessario anche «proteggere, promuovere, integrare».
Non sempre è facile realizzare una cultura dell’incontro seguendo questi presupposti: spesso si alimenta la paura di confrontarci con chi è diverso da noi e rinunciamo quindi a comprenderne i pensieri e a condividere le esperienze.
Come cristiani dobbiamo superare il pregiudizio che sottolinea negativamente le differenze di colore e di religione, impedendoci di conoscere realmente l’altro e di entrare in relazione con lui come ricchezza da valorizzare e non come ostacolo da rimuovere.
Mons. Mario Delpini ha indetto il Sinodo Diocesano Minore «Chiesa dalle genti» che ha preso avvio in questa domenica dedicata al tema delle migrazioni.
E’ un cammino proposto alla Chiesa ambrosiana per il 2018 con «l’esigenza di aggiornare l’azione pastorale alla luce dei cambiamenti sociali prodotti all’interno delle stesse parrocchie della nostra arcidiocesi».
Viviamo infatti all’interno di una società in continuo mutamento, costituita da gruppi sociali eterogenei con etnie e culture diverse.
I flussi migratori costituiscono una realtà strutturale ed è necessario predisporre programmi di intervento volti a ricercare le cause delle migrazioni e generare una nuova cultura che favorisca l’assunzione di responsabilità verso i fratelli.
Durante l’omelia di domenica 14 gennaio 2018 il Parroco don Ambrogio Cortesi ha ricordato come Castiglione Olona sia un paese in cui convivono persone provenienti da molte regioni d’Italia e da diverse nazionalità e ha sottolineato come la strada giusta da seguire sia quella dell’accoglienza e dell’integrazione.
«Ad un certo momento della mia vita ho sentito il desiderio di andare in Missione, di fare questa esperienza ma oggi la Missione è anche qui da noi, nella Chiesa, nel lavoro, nelle relazioni sociali, nell’esperienza comunitaria dell’oratorio, nella Casa della Carità nel sottochiesa, nel doposcuola “Compiti a colori”, nelle famiglie che aprono la propria casa».
Un incontro di culture che si sviluppa mediante nuove forme di fraternità e inclusione sociale.
Condivisione, dialogo, collaborazione: questo è l’impegno di tutta la comunità, a partire dal singolo individuo, per accompagnare il cambiamento che viviamo, concludo con le parole di mons. Delpini «un esercizio per maturare nella fede, nell’amore fraterno, nella carità, nella testimonianza».
Paola Difonzo

mercoledì 3 gennaio 2018

La Piccola Lega della Carità

Il gruppo “Piccola Lega della Carità” è sorto nel 1959, sostenuto dall’incoraggiamento del Rev.do Arciprete don Maurizio Galli, con le seguenti finalità:
- dare un sostegno spirituale di preghiera e sacrifici;
- offrire un contributo materiale attraverso offerte per i missionari comboniani.

Ho raccolto le testimonianze dirette di alcune componenti del gruppo che mi hanno raccontato le attività svolte fino ad oggi e hanno rievocato aspetti del passato legati a dei momenti significativi, di crescita personale e comunitaria, vissuti in oratorio come le recite teatrali.
La sig.ra Ernesta ricorda a questo proposito: “La fondatrice del gruppo è stata la sig.na Maria Pia Motta, che ha dedicato la sua vita alla parrocchia e ci ha trasmesso lo spirito missionario che portiamo avanti ancora oggi.
Abbiamo iniziato la nostra opera con il banco vendita pro missioni, che allora (1959) veniva allestito nel centro storico nei locali del comune.
La sig.na Motta ci coinvolgeva con il teatro, infatti con il ricavato delle recite abbiamo dato inizio alla realizzazione dell’oratorio.
Il gruppo, dedito a lavori di ricamo e di maglia, originariamente si chiamava FLAMP (fedelmente legati attività multiple parrocchiali): questo nome, scelto dalla nostra fondatrice, è stato poi cambiato intorno agli anni ’90 in “Piccola Lega della Carità”.
Ci occupavamo di visitare periodicamente gli ammalati della nostra parrocchia presso le abitazioni e le case di riposo (compito assorbito poi dal gruppo Caritas a partire dal 1989), manifestavamo la nostra vicinanza in occasione di ordinazioni sacerdotali, organizzavamo una volta all’anno un pranzo di condivisione per gli anziani, realizzavamo tovaglie e accessori per l’Altare, corredi, lenzuola, articoli da cucina, centrini ricamati a mano.
Per tanti anni (fino al 2000 circa) - prosegue la sig.ra Santina - preparavamo i camicini per i bambini che venivano battezzati, personalizzando i ricami con il nome di ognuno.
Eravamo proprio un bel gruppo numeroso, costituito da circa 30 persone fino al 1997, anche se già qualche anno prima cominciava a ridursi, per poi arrivare al presente a circa 10 componenti.
Alcune signore pur non facendone parte direttamente, ci davano un valido aiuto e questo vale tutt’ora, eseguendo lavori di ricamo nelle proprie case; si sentono così coinvolte e gratificate, portando il loro prezioso contributo personale.
Negli ultimi anni abbiamo rivolto la nostra attenzione soprattutto a sostegno dei missionari, non solo di Castiglione Olona, che operano in terre lontane per portare la luce del Vangelo.
Un aspetto che può essere interessante conoscere è che fino al 1997, alla morte di qualcuno del nostro gruppo, veniva fondata una borsa di studio che accompagnava il missionario durante il suo percorso.
Tra i missionari che continuarono la loro opera si distinse Padre Giuseppe Ambrosoli, originario di Ronago, comune della provincia di Como, medico comboniano, scomparso a Lira in Uganda il 27 marzo 1987.
Padre Ambrosoli aveva anche organizzato una serata qui da noi, rendendoci partecipi della sua lodevole attività benefica dedicata alla costruzione di un ospedale a favore della popolazione di Kalongo, in Africa.
Nel gruppo dei missionari della nostra parrocchia vogliamo ricordare con stima il più anziano, ancora oggi vivente, Padre Iginio Melato e sua sorella Paola Cecilia.
Dobbiamo affermare che, anche se attualmente viviamo momenti di crisi, il nostro spirito positivo prevale e ci permette di andare avanti; ne è la prova il fatto che quest’anno abbiamo visto l’esito positivo della nostra vendita, conclude la sig.ra Maria Rosa.
Una volta all’anno allestiamo il mercatino nel sottochiesa e ci incontriamo settimanalmente  per fare il punto della situazione, suddividendoci i compiti da realizzare poi anche a casa.
Ci auguriamo di poter continuare a dimostrare vicinanza verso i missionari con il nostro contributo e di poter essere sempre presenti nelle situazioni di bisogno della parrocchia”.

Paola Difonzo