martedì 16 gennaio 2018

Per una "Chiesa dalle genti": il Sinodo Diocesano Minore

Domenica 14 gennaio 2018 è stata celebrata la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato: siamo chiamati a riflettere e a non restare indifferenti di fronte ai fratelli che vivono in situazioni di difficoltà e che sono costretti ad abbandonare il loro paese di origine per motivi di persecuzione civile e religiosa.
Papa Francesco in occasione di questa giornata ha sottolineato che «l’incontro vero con l’altro non si ferma all’accoglienza», ma è necessario anche «proteggere, promuovere, integrare».
Non sempre è facile realizzare una cultura dell’incontro seguendo questi presupposti: spesso si alimenta la paura di confrontarci con chi è diverso da noi e rinunciamo quindi a comprenderne i pensieri e a condividere le esperienze.
Come cristiani dobbiamo superare il pregiudizio che sottolinea negativamente le differenze di colore e di religione, impedendoci di conoscere realmente l’altro e di entrare in relazione con lui come ricchezza da valorizzare e non come ostacolo da rimuovere.
Mons. Mario Delpini ha indetto il Sinodo Diocesano Minore «Chiesa dalle genti» che ha preso avvio in questa domenica dedicata al tema delle migrazioni.
E’ un cammino proposto alla Chiesa ambrosiana per il 2018 con «l’esigenza di aggiornare l’azione pastorale alla luce dei cambiamenti sociali prodotti all’interno delle stesse parrocchie della nostra arcidiocesi».
Viviamo infatti all’interno di una società in continuo mutamento, costituita da gruppi sociali eterogenei con etnie e culture diverse.
I flussi migratori costituiscono una realtà strutturale ed è necessario predisporre programmi di intervento volti a ricercare le cause delle migrazioni e generare una nuova cultura che favorisca l’assunzione di responsabilità verso i fratelli.
Durante l’omelia di domenica 14 gennaio 2018 il Parroco don Ambrogio Cortesi ha ricordato come Castiglione Olona sia un paese in cui convivono persone provenienti da molte regioni d’Italia e da diverse nazionalità e ha sottolineato come la strada giusta da seguire sia quella dell’accoglienza e dell’integrazione.
«Ad un certo momento della mia vita ho sentito il desiderio di andare in Missione, di fare questa esperienza ma oggi la Missione è anche qui da noi, nella Chiesa, nel lavoro, nelle relazioni sociali, nell’esperienza comunitaria dell’oratorio, nella Casa della Carità nel sottochiesa, nel doposcuola “Compiti a colori”, nelle famiglie che aprono la propria casa».
Un incontro di culture che si sviluppa mediante nuove forme di fraternità e inclusione sociale.
Condivisione, dialogo, collaborazione: questo è l’impegno di tutta la comunità, a partire dal singolo individuo, per accompagnare il cambiamento che viviamo, concludo con le parole di mons. Delpini «un esercizio per maturare nella fede, nell’amore fraterno, nella carità, nella testimonianza».
Paola Difonzo

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