sabato 24 dicembre 2016

Notte di luce, racconto di Natale 2016

Questo racconto ha un titolo semplice: "NOTTE DI LUCE" e tre protagoniste principali.

Federica, Speranza e Gioia sono tre sorelline.
Come in tutte le fiabe, si sono perse, ma il problema è che si sono perse nella lunga notte, la notte più lunga di sempre.

Si è persa Gioia fra musi lunghi e falsi sorrisi, le ansie indotte e il cinismo più freddo. Non si può trovare Gioia dove si pensa solo a se stessi e al proprio benessere. Per questo la Gioia si è persa nella notte.
Si è persa Speranza perché non ha niente da sperare chi possiede già tutto, e neppure sa più sperare chi, avendo più del necessario, adesso si sente minacciato di perderlo. Per questo nessuno sa dove sia finita la Speranza.
Infine Federica. Cosa c'entra la fede? Ecco: con questa domanda l'abbiamo già tolta di mezzo, come facciamo di solito e in molte occasioni.
Siamo cristiani e viviamo come se Dio non ci fosse.
Specialmente in pubblico badiamo bene a non manifestare gesti ed espressioni di fede, o ci sentiamo in obbligo di giustificarli: "Vi faccio gli auguri di Natale, ma in maniera laica, così che vadano bene anche a chi non crede"; se vogliamo ricordare un defunto, abbiamo sostituito la preghiera con un più innocuo minuto di silenzio o un post digitale.
Diciamo a noi stessi che in fondo siamo credenti, però a patto che Dio non influisca in nulla sulle nostre abitudini e sui nostri standard. Per questo la Fede è smarrita.


Ma la fortuna delle tre sorelline è stata che Gioia, Speranza e Federica non si sono mai scoraggiate e, pur di notte, hanno continuato a camminare (qualcuno direbbe a "vagare", ma parla così solo perché ha perso la speranza).
Purtroppo molte porte le trovarono chiuse:
- qui abbiamo già la tecnologia non abbiamo più bisogno di cose obsolete!
- questo albergo è troppo di lusso per voi, via! via!
- non vogliamo sconosciuti: tornate a casa vostra!

Era quindi già molto tardi quando, finalmente, incontrarono riparo in un rifugio di fortuna disperso sulle colline, sai, quei ripari che servono tanto ai pastori quando scoppia un temporale improvviso, o fanno una pausa nelle transumanze.
Solo che quella mini-stalla era stata occupata, poco prima di loro, da una famiglia di passaggio, sai, una di quelle famiglie povere che hanno appena ricevuto lo sfratto e non sanno dove andare.
No problem, se si stringono un po', potranno passare la notte insieme.



Mentre fanno conoscenza reciproca, vari dettagli attirano l'attenzione delle tre sorelline in quella notte, la notte più lunga: la madre, bellissima, è raggiante! Ovvio, come dice la scrittura: "La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo".
Questa donna però, stranamente, è una madre che nemmeno pare aver sofferto per il parto appena avvenuto!

Certamente ella è piena di grazia perché la sua attesa si è compiuta: un Figlio gli è nato! Ma, come dice la scrittura, questo Figlio non è solo suo, perché Egli è la Speranza, "il Desiderato di tutte le genti".

Il padre, stupito, annuisce nel suo intimo. Sembra un po' attonito e solo spettatore, ma in fondo è come noi quando con stupore di bimbo sgraniamo gli occhi davanti a un presepe. E sta facendo la cosa più saggia: si apre a un dono più grande di lui, lo accoglie, lo contempla anche se non lo capisce fino in fondo. Come dice la scrittura, "La fede è sostanza di cose sperate e prova di quelle che non si vedono".


Ecco come e perché in questa notte Gioia, Speranza e Federica sono più sorridenti che mai, e ci indicano:
- la strada da percorrere, come loro, insieme
- e l'incontro che ci attende: Nostro Signore Gesù Cristo.

Egli è venuto nella povertà per illuminare la nostra lunga notte e permetterci di ritrovare, nella grotta dell'incarnazione, le tre sorelline smarrite: Fede, Gioia e Speranza.


Un Santo Natale a tutti, e così sia!

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