Lunedì
9 aprile,
alle ore
18.30,
presso la Nuova Scolastica del Museo della Collegiata verrà
presentato il restauro dell’Annunciazione
attribuita
ad
Apollonio di Giovanni (Firenze,
1415 o 1417 – 1465).
Interverranno i restauratori della ditta ICSA di Sesto Calende che
hanno effettuato l’intervento sotto la direzione della dott.ssa
Isabella Marelli, funzionario della Soprintendenza competente. La
presentazione, a ingresso libero, sarà preceduta da una Santa Messa
(ore 18), celebrata in Collegiata nel giorno in cui quest’anno è
fissata la festa liturgica dell’Annunciazione.
Il
restauro ha esaltato l’alta
qualità
dell’opera e la finezza
dei dettagli,
quali la modellazione dell’equilibrata architettura, ispirata a
celebri esempi del primo Rinascimento fiorentino; i minuscoli
capilettera miniati sul libriccino della Madonna; il Bambino Gesù
che, tra il Padre e la colomba dello Spirito Santo, scende verso la
Vergine, secondo una rara
iconografia;
l'ombra di Maria, carica di forte valore simbolico, che si proietta,
aureola compresa, sul muro alle sue spalle.
Pittore
e miniatore che a Firenze condusse una delle più famose botteghe
specializzate nella decorazione di cassoni nuziali e deschi da parto,
Apollonio di Giovanni è un maestro la cui produzione di carattere
sacro resta ancora poco indagata. Per questa ragione risulta di
particolare importanza lo studio della tavoletta del Museo della
Collegiata. Malgrado non sia nota la sua provenienza, dalla fine
dell’Ottocento ha conquistato un crescente
interesse nella letteratura artistica
(ne hanno scritto tra gli altri Berenson, Cavalcaselle, Toesca,
Salmi, Bellosi, Longhi), con attribuzioni che, prima di assestarsi su
Apollonio di Giovanni, hanno coinvolto i nomi di Masolino e di Paolo
Schiavo, entrambi attivi in Collegiata.
Per
un restauro felicemente concluso, altri attendono di essere
intrapresi.
Sono
stati avviati significativi contatti con esperti del settore in vista
di un auspicato restauro
del velo del cardinale Branda Castiglioni,
trovato sul suo volto durante l’unica ricognizione effettuata nel
sepolcro in Collegiata, avvenuta nel 1935. Il ricamo in morbida seta
policroma, che si dispone con grazia su un’evanescente griglia di
canapa, è contornato da una ricca bordura, eseguita finemente ad ago
con la tecnica del traforo cesellato. L’estrema delicatezza del
manufatto, databile a prima del 1443, anno della morte del cardinale,
insieme alla sua grande importanza storica, hanno richiesto uno
studio preliminare accurato. La speranza è che l’eccezionale
manufatto susciti la generosità di un mecenate che voglia accostare
il suo nome a un’operazione di sicuro rilievo.
Di
minor entità economica, ma non privo di sorprese, sarebbe il pieno
recupero di una tavoletta di fine Cinquecento, raffigurante la Sacra
Famiglia con Santa Caterina da Siena,
per la quale è stato recentemente approntato un adeguato progetto di
restauro.
Sponsor
interessati a valutare un coinvolgimento, anche parziale, nel piano
di restauri della Collegiata sono invitati a contattare la Direzione
del Museo.
Infine,
ha già ottenuto un finanziamento della Fondazione
Comunitaria del Varesotto
e un generoso contributo della ditta
Mazzucchelli 1849
il
restauro
del rosone
della Collegiata,
in attesa delle opportune autorizzazioni.
“Desideriamo
portare a compimento l’intero recupero dell’area di accesso al
Museo: dopo il sagrato e il torrione d’ingresso, ora tocca al
rosone” – dichiara il direttore del Museo, Dario Poretti. –“Il
suo significato simbolico è in stretta relazione con il cerchio che,
come linea infinita, senza inizio e senza fine, è simbolo di
eternità: questo intervento ci permetterà di tutelare e valorizzare
il più celebre dei simboli della nostra comunità cittadina, per
consegnarlo alle generazioni future”.
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