Martedì 29 settembre 2015 ho iniziato il mio percorso di volontariato presso il Centro di
Ascolto Caritas Agape della Parrocchia Beata Vergine del Rosario di Castiglione Olona.
Sono stata accolta positivamente, in un clima di disponibilità dal Parroco Don
Ambrogio Cortesi e dal Sig. Egisto Azzolini Coordinatore del Centro.
Questa esperienza mi permette di conoscere da vicino l’attività di un Centro di Ascolto
Caritas, che si configura con lo scopo di offrire un servizio basato sull’accoglienza e
sulla presa in carico dei bisogni e delle problematiche del singolo, che si riflettono
sull’intera collettività.
Intendo il significato di accoglienza come desiderio di far sentire a proprio agio chi, per
motivi di varia natura, si rivolge ad un centro di ascolto (problematiche sociali,
economiche…).
Il Centro attraverso la comprensione del disagio e l’individuazione delle risorse che gli
utenti hanno a disposizione, diviene promotore di una rete di servizi ed iniziative che
favoriscono una maggior conoscenza del territorio e della realtà sociale in cui il singolo
è inserito.
La metodologia di intervento utilizzata è un approccio globale alla persona che tenga
conto della sua situazione esistenziale e della sua qualità della vita, individuando le
potenzialità, valorizzando, aiutando a coltivare o a scoprire la propria dimensione
sociale, cercando di alleviare la sofferenza fisica, psicologica, spirituale, assistendo,
consigliando, accompagnando e condividendo.
Ho individuato tre dimensioni che, secondo me, sono fondamentali:
la dimensione dell’ascolto basato sulla relazione instaurata con l’utenza;
la dimensione del rapporto di fiducia con l’altro e di rispetto delle sue idee,
credenze, valori, convinzioni sociali, morali, politiche, religiose e della sua
unicità come persona: ognuno ha infatti una propria identità che è unica e
irripetibile;
la dimensione dell’integrazione che va al di là del semplice inserimento, che
produce un cambiamento positivo all’interno del tessuto sociale e un
miglioramento della qualità della vita dell’individuo e del suo nucleo.
Vivo il centro di ascolto come uno spazio-tempo in cui ognuno con il proprio vissuto
talvolta difficile da sostenere con problematiche economiche, di sopravvivenza
alimentare, di sfratto, porta la propria esperienza di vita, che, nonostante le complessità,
diviene ricchezza da condividere e costituisce momento di dialogo, scambio, apertura,
un sostenere e farsi carico con responsabilità della persona e dell’impegno assunto nei
suoi confronti.
Un intervento che presuppone le caratteristiche sopra descritte, basato su un clima
relazionale positivo, permette di trovare un clima d’ascolto e d’apertura rispetto alla
possibilità di esprimere il proprio disagio e di progettare, a partire dalla propria realtà
esistenziale spesso complicata, possibili percorsi futuri (inserimento lavorativo,
miglioramento delle condizioni di vita, sociali, abitative…).
Il percorso di volontariato intrapreso mi permette di vivere un’esperienza di crescita
personale e professionale attraverso la comprensione dell’organizzazione del servizio
del Centro di Ascolto e delle metodologie di intervento.
Pa.Di.
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