Quando a settembre ci siamo riuniti per delineare ciò che avremmo dovuto preparare in vista della Visita pastorale, ci era stata fatta una semplice domanda, che si fanno gli amici quando si incontrano: “Come stai?”.
Questo esordio ci è parso immediatamente a nostra portata, e ci ha anche confortato, perché abbiamo subito capito che al Vescovo sta a cuore davvero la nostra vita di parrocchia fatta di uomini e donne.
In seguito a questo ci siamo riuniti più volte per lavorare attorno a questo interrogativo. Lo abbiamo posto a tutti i gruppi presenti nella nostra parrocchia, i quali hanno prontamente risposto.
Come riassumere tutte le sensazioni? Ci proviamo.
Non possiamo nascondere che serpeggia lo scoraggiamento della fatica a coinvolgere le persone, a farle partecipare nei vari gruppi, soprattutto se si tratta di adolescenti e giovani, che sono presenti in numero esiguo.
E’ presente l’amarezza nel constatare che la società è cambiata, che tutti sono più individualisti e preoccupati solo dei loro problemi e pronti a criticare quello che la parrocchia offre.
C’è la consapevolezza di non lavorare mai abbastanza per aprirci agli altri, ma vorremmo farlo in modo sempre più umile, veramente accogliente e con il sorriso nel cuore.
Si sente molto la mancanza di un sacerdote dedicato a tempo pieno all'oratorio e alla pastorale giovanile, in modo che possa divenire riferimento preciso e costante per i nostri figli.
Fortunatamente, abbiamo anche molti laici che operano nelle diverse realtà parrocchiali e si impegnano accogliendo stranieri, persone in difficoltà economica e sono pronti al semplice ma importante ascolto dei malati, li visitano nelle loro case o negli istituti, facendoli sentire ancora componenti effettivi della nostra comunità.
Nella nostra parrocchia hanno trovato ascolto ed accoglienza anche persone assetate di Dio e così in questi ultimi anni siamo stati colmati di grazia con il meraviglioso cammino dell’Iniziazione Cristiana degli adulti.
Forze nuove: catechiste che seguono i bambini e giovani che collaborano per una catechesi dei pre e adolescenti.
E’ apprezzabile il dialogo rinnovato con il parroco e fra le diverse componenti della parrocchia e del Consiglio Pastorale.
Insomma, ci si interroga e incoraggia per proseguire il cammino al meglio con l’aiuto di Dio.
In conclusione, ci sentiamo partecipi dei sentimenti di Cristo nella prima parte della sua vita pubblica. Quando il Signore pronunciò la parabola del seminatore, vedeva chiaramente lo spreco della Parola non accolta, accolta “a modo mio”, o soffocata dalle preoccupazioni del mondo, ma non si lasciava ingabbiare nel pessimismo, anzi, al contrario, apriva gli occhi ai discepoli e a noi per riconoscere, al di là delle apparenze, che il seme porta frutto in maniera prodigiosa.
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