UN CORPO MI HAI PREPARATO
Eb 10,5:
Per questo entrando nel mondo Cristo dice:
"Tu non hai voluto nè sacrificio nè offerta, un corpo invece mi hai preparato". (cfr: sal 40,7)
A causa della mia formazione teologica, ammetto di essere più preparato a parlare del "corpo" che dell"'anatomia".
L'anatomia, in effetti, è lo studio della forma e delle componenti del corpo. Anatomia viene dal Greco anatomè, dissezione, tagliare, concetto affine a quello di "vivisezione" rappresentato in un opera di Gianfranco Tassi.
La sua ultima produzione artistica procede proprio in un itinerario personale di studio anatomico, ma ciò che più mi interessa è il suo incontrarsi con quel Corpo che Dio ha preparato per il suo Figlio, e che viene accolto sulla terra da una famiglia che esalta e dà testimonianza radiante dei valori della paternità e maternità.
Mi riferisco esplicitamente all'esposizione in Collegiata della sua opera "Natività" e dei lavori che ne hanno prima preparato l'esecuzione e poi ripreso e continuato il tema.
In questo contesto di inaugurazione mi permetto di aggiungere una breve riflessione complementare a quanto chi, più preparato di me dal punto di vista artistico, ha già saputo dire.
Il corpo umano non è un oggetto fra i tanti. È piuttosto il mio essere esposto al mondo in un contatto ingenuo e nativo, anteriore ad ogni codice di comunicazione. Le persone non HANNO un corpo, allo stesso modo di come si possiede una cosa: SONO un corpo.
Il mio corpo sono io.
Tornando alla citazione biblica con cui iniziato: al Dio che gli ha preparato un corpo, il Figlio risponde "Ecco io vengo" (Eb 10,7; Sal 40,9). Viene al mondo e si rivela al mondo attraverso il suo Corpo.
Salendo in Collegiata troveremo la meditazione "natalizia" di Tassi su questo Dio-che-viene, che si fa carne in una famiglia, rappresentazione molto personale ed allo stesso tempo in stretto dialogo con gli autori della storia dell'arte.
L'occasione è propizia anche per ringraziare l'artista stesso della sua cordiale disponibilità e della volontà di donare l'opera esposta al Museo della Collegiata.
don Ambrogio Cortesi
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